Dal 1 al 16 aprile la mostra itinerante “La razza nemica: la propaganda antisemita nazista e fascista”, a cura di Marcello Pezzetti e Sara Berger, è stata esposta in diversi comuni del tarantino.
Numerosi gli eventi organizzati dalle autorità locali, tra cui l’incontro con le sorelle Andra e Tatiana Bucci, tra le poche bambine ad essere sopravvissute ad Auschwitz.
Per comprendere come sia stato possibile che centinaia di migliaia di uomini comuni abbiano potuto partecipare attivamente alla persecuzione e all’uccisione della minoranza ebraica dell’intera Europa, è necessario esaminare quale ruolo abbia avuto la propaganda antisemita nella Germania nazista e nell’Italia fascista. In quest’ottica la mostra analizza a fondo le ragioni, le dinamiche, le forme, i contenuti e i protagonisti di tale fenomeno.
Il percorso espositivo si snoda su un duplice piano narrativo: da una parte viene offerto uno sguardo sull’evoluzione dell’antisemitismo in Europa all’inizio del ‘900, in particolare sulla fase finale caratterizzata da motivazioni genetiche e biologiche e non più solo teologiche, socio-economiche e culturali e, dall’altra, viene raccontato il ruolo della propaganda nazista e fascista che ha caratterizzato la cosiddetta società di massa, grazie alla nascita e alla diffusione di “nuovi” media come la radio, il cinema e successivamente la televisione.
L’esposizione si chiude con un’analisi sulle conseguenze che la propaganda ha avuto sulla sorte degli ebrei d’Europa, dalle misure persecutorie, con l’emanazione delle Leggi di Norimberga (1935) e l’istituzione dei ghetti, che sancirono l’isolamento degli ebrei dal resto della popolazione, per arrivare alle deportazioni e allo sterminio fisico nei campi di morte.